Agile O’Day 2018: l’innovazione che si fa strada - Sviluppo software e web

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Agile O’Day 2018: l’innovazione che si fa strada

Indice

  1. Introduzione
  2. La parola del giorno: Passione
  3. L’innovazione bussa, l’agile risponde
  4. Orizzonti mobili
  5. Conclusioni

 

 

Introduzione

Il 18 giugno ha avuto luogo alla facoltà di Ingegneria dell’Università Federico II di Napoli l’Agile O’Day 2018, un evento dedicato al mondo agile ed all’innovazione tecnologica campana ed italiana.

Le aziende che hanno contribuito all’evento sia come sponsor sia condividendo le proprie esperienze attraverso gli speaker sono state moltissime, infatti il programma dell’evento era fitto ed ha coperto molteplici argomenti.

Sono state messe a disposizione degli organizzatori quattro aule, di cui tre sono state utilizzate dai vari speaker mentre l’ultima è stata utilizzata per due workshop dalla durata di quasi tre ore ciascuno.

Per quanto riguarda i partecipanti invece parliamo di ben 400 iscritti all’evento tra ingegneri, studenti, imprenditori, neolaureati e semplici curiosi od appassionati del mondo dell’IT.

 

 

La parola del giorno: Passione

L’Agile O’Day non è stato un semplice evento in cui degli esperti del settore hanno parlato delle migliori pratiche da adottare o del come sono riusciti a fare cosa.

È stato un evento che ha raccolto le testimonianze di persone con anni di esperienza e non solo, si è parlato dei successi ottenuti attraverso le metodologie agili senza però nascondere i piccoli insuccessi personali. Del come la passione per il proprio lavoro possa rendere possibile qualsiasi obbiettivo e superare gli imprevisti dei percorsi imprenditoriali e lavorativi.

La passione è stata la parola chiave di questo evento, non solo da parte degli speaker ma anche degli organizzatori e soprattutto dei volontari che si sono resi disponibili per rendere la giornata un successo.

Questo perché come a detta di diversi speaker, la passione è un ingrediente fondamentale per un qualsiasi team agile.

Ascoltando le varie conferenze ho potuto constatare che in nessuna di esse è mancata la passione per il proprio settore, la passione per le innovazioni, la passione per il proprio lavoro. Gli speaker hanno presenziato all’evento arricchendolo con le proprie esperienze condividendo con i partecipanti il frutto dei loro molteplici tentativi ed anni di lavoro sul campo.

Sono stati mostrati i vantaggi del metodo Agile per le realtà imprenditoriali, ma non in senso generale e basta. Ci sono state conferenze per avvicinare le aziende al mondo Agile con diversi temi, dal classico “come avviare un progetto agile” ai contesti “ibridi” per cui l’agilità può ugualmente essere una risorsa preziosa senza dover ricorrere a dogmi o fondamentalismi.

Si è parlato anche di team agili in crisi, di esperienze fallimentari che spesso vengono dimenticate o tralasciate per non far crollare l’immagine di dinamismo e velocità tipica del mondo agile. Si è parlato di crisi ma anche di rimedi per poter trovare una soluzione alle possibili insidie di percorso.

E molto spesso senza passione non è possibile superare simili momenti di difficoltà, ed ancor più raramente si trova la forza di parlare di queste cose ad alta voce. Invece all’Agile O’Day si è parlato anche di questo, mostrando come un eventuale fallimento può essere non solo superato ma persino utilizzato per migliorarsi.

E tutto ciò forma la nostra storia ed anche di questo si è parlato: di storie.

Non quelle astratte ma bensì quelle personali, quelle che ci appartengono nel profondo. La storia del nostro brand può comunicare moltissimo, quindi perché non trasformare le storie in un metodo comunicativo?

Una delle conferenze si è occupata di trasformare i dati in qualcosa di espressivo e facilmente comprensibile per chiunque. La statistica talvolta nasconde qualche bellezza che necessità di passione per venire allo scoperto ed il risultato finale è uno strumento dalle grandi capacità comunicative.

 

 

L’innovazione bussa, l’agile risponde

Le blockchain sono state per diverso tempo al centro dell’attenzione nel mondo dell’IT attraverso la spinta del BitCoin e della sua crescente importanza, e quello che molti ricercatori, sviluppatori ed imprenditori si sono chiesti: può essermi utile?

A quanto pare in alcuni contesti può essere estremamente utile, con progetti pilota che cercano di risolvere problemi concreti attraverso l’uso di questa tecnologia.

Le blockchain hanno le potenzialità di risolvere tutti quei problemi relativi ai conflitti di interesse di molteplici attori grazie alla loro intrinseca natura trasparente. Si è quindi parlato del funzionamento dei Distributed Ledger e delle opportunità di business legate ad essi.

Ma non si è solo parlato di questo, anche di microservizi ed architetture distribuite, e seppur in modo secondario anche di architetture monolitiche, si è parlato di container e quindi docker.

Gli speaker hanno parlato delle loro esperienze agili in vari contesti architetturali fino ad arrivare ai microservizi e la loro pertinenza nel mondo agile. Per i team agili è molto più semplice infatti realizzare progetti basati su un’architettura composta da microservizi piuttosto che una monolitica. Si è mostrato come nel caso si voglia convertire un sistema monolitico bisogna procedere per piccoli step, separando gradualmente le varie componenti dal monolite in base ad un principio di responsabilità.

L’utilizzo di container è stato al centro di un’intera conferenza, con la condivisione da parte dello speaker della sua esperienza con Docker. Quando un’impresa ha molteplici server e non tutti nella stessa regione è inevitabile che nascano alcune problematiche legate a differenze in ambito lavorativo e non solo, oltre che tecnologiche. Un server avviato oggi è impensabile che abbia la stessa architettura hardware e software di uno avviato anni prima in una nazione differente.

La soluzione è quindi stata l’approccio ai container, dove realizzando un unica immagine è possibile condividerla tra tutti i server in tutto il mondo ed avere la garanzia che la propria applicazione funzioni in un ambiente indipendente dalla macchina ospite. Grazie ad una simile soluzione è stato possibile anche per i vari team agili dell’impresa avere un ambiente di sviluppo quanto più vicino possibile a quello di produzione, senza però dover ricorrere forzatamente a macchine reali, poiché i container possono funzionare su qualsiasi computer.

Si è parlato anche di debito tecnologico, molte aziende infatti utilizzano software con codice scritto diversi anni e che oggigiorno costituisce una fonte di debito tecnico, difficile da gestire. Lo speaker ha condiviso la sua personale esperienza in questo ambito, mostrando l’importanza di questo argomento soprattutto in previsione dei piani di business a lungo termine.

Un altro degli argomenti portanti è stato il continuos delivery ed il suo impatto sulla vita degli sviluppatori ed i vantaggi apportati in ambito di business, legati alla soddisfazione e quindi maggiore produttività delle persone che fanno parte dei team agili.

Quando il rilascio delle funzionalità per l’applicazione diventa quotidiano, è più semplice apportare correzioni in corso d’opera ed ovviamente avere il polso dello sviluppo, senza contare la possibilità del lancio dell’applicazione stessa senza doverne completare lo sviluppo al 100% ma solo cominciando dalle componenti chiavi in ottica di business.

 

 

Orizzonti mobili

Cosa ci riserva quindi il futuro?

Purtroppo non posso rispondere a questa domanda, ma anche questo è stato uno dei temi dell’Agile O’Day.

Nessuno può prevedere il futuro ovviamente ma con uno sguardo maggiormente analitico si può avere quantomeno un’idea di ciò che sta accadendo e può accadere, almeno nell’immediato futuro.

Le metodologie agili stanno entrando a far parte di ambienti diversi dallo sviluppo software, anche se il Manifesto Agile è nato in seno alla comunità degli sviluppatori adesso trova spazio ed interesse anche in settori differenti.

Essere “agili” al giorno d’oggi vuol dire far parte di un movimento e condividere dei valori e dei principi, che esulano dalla mera competenza tecnica per raggiungere una dimensione nuova, forse più umana.

L’industria sta cambiando ed inevitabilmente cambieranno i processi produttivi, le metodologie di lavoro e le competenze richieste. Sapersi adattare alla sempre crescente fame di innovazione di questo mondo sarà fondamentale per il futuro. Ma questo non riguarda solo le industrie.

Anche gli altri settori vanno incontro ad una trasformazione profonda, forse la concezione del modo stesso di lavorare come la conosciamo oggi necessiterà di essere rivista. Le metodologie agili possono essere una prima risposta, l’esperienza maturata nel campo dell’IT dai team agili è stata in ampia maggioranza positiva, per tanto questo bagaglio di conoscenze può essere una solida base per ripartire od iniziare a costruire il proprio business.

Quale che sia il proprio settore di business, i framework agili richiedono di base soft skill, ossia non necessariamente capacità tecniche quanto piuttosto relazionali e organizzative per fissare i propri obbiettivi di business e successivamente raggiungerli.

Non a caso uno dei due workshop dell’evento riguardava proprio l’applicazione delle metodologie agili ai compiti di tutti i giorni, aiutando semplici curiosi, studenti, sviluppatori, scrum master a trovare soluzioni agili che potessero migliorare la loro produttività quotidiana ed il proprio benessere lavorativo.

Questo perché le tecniche agili non si prefissano il semplice obbiettivo di aumentare solo la produttività ma di migliorare il proprio ambiente di lavoro. Come detto prima essere agili significa abbracciare una serie di valori e principi che non sono esclusivi del settore dell’IT ed infatti stanno permeando anche altre tipologie di business senza per questo snaturarsi.

Avere conoscenze del mondo agile e consapevolezza delle sue potenzialità potrebbe aiutare alcune imprese. Inoltre con l’ausilio dei giusti tool, software e non, sarà per loro possibile tenere il passo con l’innovazione continua. Un innovazione che va dai mercati alla vita quotidiana di tutti noi.

 

 

Conclusioni

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Gli organizzatori dell’Agile O’Day in foto

L’esperienza dell’Agile O’Day è stata indubbiamente positiva, rappresenta una finestra su un ampio panorama che abbraccia l’Italia e non solo.

Si guarda sia al presente che al futuro senza tralasciare le proprie esperienze passate, siano esse positive o negative. La tecnologia non è qualcosa di astratta ma una soluzione ai problemi reali di tutti i giorni, siano essi quelli di privati che di aziende di qualsiasi dimensione od addirittura Stati.

Non posso fare a meno di complimentarmi con le istituzioni che hanno organizzato l’evento, le persone che gli hanno dato vita e forma.

Lascio quindi i collegamenti con la pagina ufficiale dell’evento, quella con l’elenco integrale delle conferenze e rinnovo i miei ringraziamenti agli ideatori di questa opportunità di crescita.

Autore: Antonio Di Giorgio