Perché adottare una strategia responsive? - Sviluppo software e web

Sviluppo software e web

Perché adottare una strategia responsive?

Indice

  1. Cos’è un sito web responsive?
  2. L’approccio mobile-first
  3. La strategia responsive è utile per il SEO?
  4. Cos’è bootstrap? E perché è utile in ottica responsive?

 

 

Cos’è un sito web responsive?

Durante la progettazione di un sito web risulta fondamentale rendere l’interfaccia responsive, ovvero presentare il sito web, nel suo insieme di contenuti, adattabile a qualsiasi tipo di schermo.

Infatti, affinché un sito web risulti responsive nei suoi contenuti, quest’ultimo deve mostrarsi perfettamente in grado di riconoscere automaticamente il dispositivo da cui l’utente sta navigando, adattandosi ad esso e alle sue dimensioni.

In questo senso, un sito web responsive risulterà responsive nel momento in cui sarà possibile visualizzarlo in tre modalità: una per i desktop, una per i tablet e una per gli smartphone.

Al contrario, allorché una pagina web non risulta adattabile ad ogni tipologia di dispositivo e, di conseguenza, la pagina viene visualizzata dall’utente nello stesso modo in cui appare sullo schermo del computer, però molto più ridotta nei suoi contenuti, costringendo l’utente a ingrandire e diminuire la pagina per poterne visualizzare tutto il contenuto, il sito web in questione risulterà non responsive e, pertanto, difficile da leggere e da navigare da parte dell’utente.

Rilevazione del dispositivo, compatibilità e flessibilità sono tre concetti base per poter racchiudere brevemente il significato, nonché l’importanza che il termine responsive assume in fase di progettazione di un sito web.

Dunque, disporre di un sito web responsive che si adatti perfettamente ad ogni tipo di display, appare indispensabile, in particolar modo oggi. Infatti, in una contemporaneità che assiste a milioni di utenti attivi su internet, di cui oltre la metà attivi da mobile, sembrerebbe irrinunciabile adottare una strategia responsive, al fine di rendere la navigazione fluida e, di conseguenza, l’esperienza dell’utente piacevole e positiva anche, e soprattutto, da mobile.

Il concetto di responsive è diventato nel tempo un elemento sempre più influente quando si parla di accessibilità. Infatti, la nozione di accessibilità abbraccia non pochi fattori, fra i quali proprio quello dell’adottare un’interfaccia responsive.

In questo modo, gli utenti hanno accesso alla stessa pagina web con le stesse caratteristiche pur usando diverse periferiche e browser.

 

 

L’approccio mobile-first

Al fine di rendere un sito web responsive e, dunque, adattabile alle tre versioni prima elencate, è fondamentale iniziare la progettazione del sito dalla versione mobile, la quale avendo più “restrizioni” limiterà gli sforzi degli sviluppatori.

Infatti, come l’espressione stessa suggerisce, il principio “mobile first” prevede sia più conveniente iniziare la progettazione adattandola alle dimensioni mobile e solo in seconda fase espandere le sue funzionalità per programmare le successive versioni: tablet e desktop, appunto.

Gli utenti che accedono da mobile sono diversi e operano in condizioni diverse rispetto agli utenti che navigano sul web dal desktop. Tuttavia, entrambe le tipologie di utente, accedono e navigano sul web con lo stesso obiettivo generale.

Partendo da questo presupposto, per gli sviluppatori diventa necessario impostare il percorso online dell’utente in modo tale che esso possa raggiungere il suo obiettivo in modo rapido ed efficiente. Contrariamente, l’utente si troverà in difficoltà per quel che concerne l’accessibilità del sito web e in meno di qualche secondo abbandonerà quel determinato sito web.

Onde evitare questo spiacevole inconveniente, bisognerebbe conformarsi agli scenari e alle modalità che una versione mobile comporta. Ciò non significa limitare la versione mobile in quanto alcune attività potrebbero risultare troppo complicate per essere eseguite su un dispositivo mobile, bensì partire dall’approccio mobile-first, il quale è esattamente una strategia per ideare il tutto pensandolo in ottica di cinque o sei pollici.

Dunque, l’approccio mobile-first è una delle migliori strategie per creare un layout reattivo e adattivo, consentendo al sito web di assumere una certa rilevanza e salire di livello.

Ogni funzionalità nella versione desktop dovrebbe essere disponibile sulla versione mobile. E questo anche se alcune funzionalità presenti sulla versione mobile non saranno mai alla pari in termini di accessibilità e “comodità” di utilizzo da parte dell’utente come risultano, invece, sulla versione desktop. Ciò non toglie che sarà l’utente in grado di valutare se accedere o meno alla versione desktop per maggior comodità. Di contro, nascondendo o eliminando alcune funzionalità dalla versione mobile, l’utente non saprà mai che determinate proprietà del sito web sono presenti sulla versione desktop.

In questo modo, è possibile definire l’approccio mobile-first come un principio di miglioramento progressivo. Un’ideologia che vede il design mobile come più difficile rispetto al classico design desktop, ed è proprio per questo motivo che dovrebbe essere ideato e progettato per primo.

Dopo aver progettato la versione mobile, la progettazione per altri dispositivi risulterà di gran lunga più semplice. Mentre, adottare l’approccio opposto significa andare in contro a non poche difficoltà, nonché incorporare fin dall’inizio tutte le complessità dalle versione desktop, cercando di adattarle o perfino eliminarle successivamente per dispositivi mobile.

Nell’adottare l’intero approccio contrario alla strategia mobile-first si corre il rischio di considerare il design mobile, e non solo, come un arrangiamento. Tutto ciò diventa doppiamente più rischioso quando si progetta un design all-inclusive, il quale comporta una certa unione tra ciò che è il nucleo e ciò che sono gli elementi supplementari del design, che nel suo complesso risulterà molto più difficile da distinguere e separare.

In tal senso, un approccio mobile-first si traduce anche in un approccio content-first, ovvero tramite la versione mobile emergono e si evidenziano meglio i contenuti del sito web e questo per via delle varie quanto inevitabili limitazioni mobile, come ad esempio le dimensioni dello schermo e la larghezza della banda. Così, si otterrà un design più incentrato sui contenuti e, quindi, incentrato sull’utente. Fra l’altro, in fase di progettazione i punti di interruzione del piccolo schermo riescono ad adattarsi meglio e in modo più spontaneo al contenuto.

Dunque, un sito web valido su un dispositivo mobile si traduce meglio su tutti i dispositivi.

 

 

La strategia responsive è utile per il SEO?

Uno fra gli aspetti più importanti di un sito web responsive è senza dubbio l’esperienza positiva dell’utente su più dispositivi e, quindi, anche con differenti dimensioni di schermo.

Esattamente per questo motivo, Google dà maggiore visibilità ad un sito web responsive.

Questo accade perché i siti web responsive hanno lo stesso URL, ma anche lo stesso codice HTML valido su qualsiasi dispositivo. Questo significa per Google rendere più semplice e più efficiente l’organizzazione e l’indicizzazione dei contenuti. In altri termini, Google considera l’esperienza utente uno fra i più importanti fattori di ranking.

Ebbene, un sito web responsive non solo regala all’utente un’esperienza di navigazione piacevole e coerente, quanto sostiene e facilita anche il lavoro di progettazione soprattutto per chi si occupa di web design, per giunta un sito web responsive è anche fortemente consigliato da Google.

Google, infatti, consiglia i siti web responsive in quanto questi forniscono all’utente un’esperienza di navigazione positiva, intuitiva, semplice e fluida.

Quanto al risparmio di tempo e di denaro da parte di chi progetta il sito web, la strategia responsive risulta ottimale al fine di avere un gestione facilitata, poiché avere differenti versioni di un sito web implica anche avere e gestire differenti campagne SEO.

I siti web responsive si dimostrano facili da aggiornare, in quanto non necessitano di nessuna configurazione aggiuntiva per i motori di ricerca.

Inoltre, mantenere e gestire un unico URL minimizza eventuali problemi relativi ai contenuti duplicati per le diverse versioni, mentre l’ottimizzazione di nuovi contenuti per i motori di ricerca verrà effettuata su un’unica pagina web e su un unico URL, appunto.

Tutto ciò porta anche ad una miglior gestione del traffico relativo ai social network e alle conseguenti condivisioni social, le quali usufruiranno di un unico URL, aumentando così l’autorità dello stesso sito web, ma da più versioni. Così come i link building beneficeranno anch’essi di più ingressi verso un unico URL, ma provenienti sia da navigazione tramite desktop che da navigazione tramite mobile.

Senza tralasciare la questione statistica. Infatti, usando un unico sito web responsive, sarà più facile monitorare e analizzare il comportamento degli utenti, anziché unire e mettere a confronto le statistiche da desktop e le statistiche da mobile relative allo stesso URL.

In questo senso, l’ottimizzazione mobile di un sito web più che una scelta consigliabile è diventata, ormai da molto tempo, un criterio fondamentale per essere concorrenziali sia per gli utenti che per Google.

 

 

Cos’è bootstrap? E perché è utile in ottica responsive?

Strettamente collegato al concetto di sito web responsive è Bootstrap.

In quanto raccolta open source di strumenti per la creazione di siti e applicazioni web, Bootstrap contiene modelli di progettazione basati su codice HTML e CSS, nonché alcune estensioni di JavaScript.

Essendo stata ideata e progettata come libreria multidispositivo e multipiattaforma, Bootstrap si avvale di una certa compatibilità circa il layout della pagine web, il quale si regola dinamicamente alle caratteristiche di qualsiasi dispositivo, sia esso un desktop, un tablet o uno smartphone.

Quale framework CSS front-end gratuito, pertanto a disposizione di ogni sviluppatore, Bootstrap mette a disposizione principalmente elementi grafici e stilistici già pronti. Ad esempio, questo è possibile per via dei container, ossia sistemi a griglia la cui larghezza varia in base alla larghezza dell’area di visualizzazione (viewport), i quali consentono di gestire più efficacemente la strategia responsive.

Infatti, la griglia di Bootstrap è predisposta per la creazione di layout fluidi, pertanto si basa su 12 colonne, la cui larghezza è espressa in percentuale. In questo senso, Bootstrap si avvale di un meccanismo di calcolo facile e intuitivo, ovvero le 12 colonne occupano il 100% dello spazio, per cui ogni calcolo verrà effettuato sulla base della percentuale occupata da ogni singola colonna.

Partendo da una base già solida e collaudata grazie ai cosiddetti tools di Bootstrap è possibile progettare pagine web fruibili su un’ampia gamma di dispositivi diversi.

L’utilità di Bootstrap è facilmente intuibile soprattutto in ottica responsive, in quanto esso è in grado di adattare automaticamente la pagina web ad ogni tipologia di dispositivo utilizzando elementi di stile e, nel frattempo, elementi di interfaccia standard per siti web.

Dunque, Bootstrap sembra quasi essere una guida per lo sviluppo web design, occupandosi del funzionamento responsive del sito web e lasciando a chi si occupa di progettare il design il solo compito di decidere quale contenuto pubblicare in rete, e questo per via dei molteplici layout responsive già pronti e scaricabili gratuitamente.

Tuttavia, così come ogni altro framework, anche Bootstrap è da considerare sempre come un’opzione per sviluppare un progetto in modo molto più veloce. Ciò non toglie che l’opportunità di utilizzare Bootstrap sia sempre la scelta giusta, in quanto ogni progetto ha specifiche esigenze di sviluppo e Bootstrap non può essere considerato come l’unica soluzione al web design.

Autore: Roberta Foglia